Archivi giornalieri: novembre 2, 2012

Come scegliere uno psicoterapeuta: una guida per gli ex Testimoni di Geova

Di Kaynor Weishaupt
Da http://www.freemind.org

Liberamente tradotto da Ivano Campes e da Lorita Tinelli [1]

 
Lasciare la Società Torre di Guardia può essere un’esperienza molto difficile e stressante, come attesteranno la maggior parte degli ex Testimoni di Geova.
Il timore di perdere la fede, il gruppo di amici di appartenenza, il senso della vita, e persino la propria famiglia, spesso ritarda il momento dell’abbandono.
Alcuni ex Testimoni si trovano ad agire in modi che mai avrebbero immaginato prima e spesso non riescono a capire il perchè: bevono in modo eccessivo, iniziano ad avere seri problemi nell’ambito della coppia, iniziano a giocare d’azzardo ecc.
Altri escono dalla Torre di Guardia con problemi meno severi, ma ciononostante sperimentano ansia, dubbi, basso senso di auto-stima, mancanza di direzione, sentimenti di alienazione, sistema di credenza confuso e la difficoltà di adattamento ad un modo di vivere completamente nuovo.
Alcuni ex Testimoni desiderano cercare una terapia che possa aiutarli al difficile adattamento alla vita “nel mondo”, a scoprire chi loro sono realmente, quello in cui loro credono, come essere stati un Testimone di Geova li abbia influenzati, e come possano creare una vita nuova e migliore con relazioni più sane.

Comunque, molti ex Testimoni hanno difficoltà nel cominciare una terapia. A loro è stato insegnato, durante la loro adesione al gruppo, a diffidare dei professionisti della salute mentale.
Se loro sono stati per molto tempo nella Torre di Guardia, hanno imparato a credere che consultare uno psicologo o uno psichiatra significa rischiare di cadere nella trappola di Satana.
Ci sono inoltre pochissimi professionisti della salute mentale che hanno competenza e conoscenza di quello che significa vivere con convinzione nella Società Torre di Guardia e poi lasciarla.
In tutti gli Stati Uniti un piccolo gruppo di ex Testimoni di Geova sono divenuti terapeuti.
Io ho messo insieme perciò i suggerimenti seguenti che gli ex Testimoni devono prendere in considerazione quando cercando un terapeuta.

La cosa più importante da ricordare è che il terapeuta lavora per Te! Tu assumi un terapeuta professionista per  aiutarTi a lavorare sui problemi che colpiscono la Tua vita.
E’ pertanto importante interrogarlo sui suoi metodi di lavoro in generale, la sua conoscenza di problemi di Torre di Guardia, la sua parcella, i tempi della terapia, ecc.

Non puoi esigere dal terapeuta le risposte a tutte le Tue domande (come quanto tempo è probabile che dovrai aspettarTi di restare in terapia) ma egli dovrebbe essere disposto a discutere le domande che Tu fai e tentare di capire le Tue preoccupazioni. Molte di queste domande si possono fare nella conversazione telefonica iniziale che dovrebbe essere gratis.
Discutendo questi problemi dovrebbe prendersi tempo per capire chi è il terapeuta e stimare se sei o no d’accordo con lui o lei.
Ci sono molti libri sul mercato che sono guide utili per il cliente potenziale su cosa indagare quando cerca un terapeuta, un esempio eccellente di che è Jack Engler e Daniele Goleman, la Guida de “Il Consumatore della Psicoterapia” (1992).
Molte persone trovano utile chiamare due o tre terapeuti di seguito per scegliere quello che sentono possa essere più utile a loro.
Se Tu stai frequentando una clinica di psicoterapia pubblica (quale può essere il caso di chi ha un reddito basso), puoi comunque effettuare una scelta. Probabilmente il modo migliore per trovare un terapeuta, è come quando si cerca un buon meccanico o un buon agente di beni immobili, attraverso cioè una referenza personale.
Se qualcuno dei Tuoi amici o conoscenti è stato in terapia, loro stessi possono aiutarti nella scelta, o il loro terapeuta stesso può raccomandare qualcuno altro se non è adatto per il Tuo caso.
Il Tuo medico di base può anche conoscere terapeuti competenti nella Tua ASL in grado di aiutarTi.

Molti clienti trovano rassicurante ricevere una breve comunicazione scritta da parte del terapeuta che descrive quello che fa, quanto costa la terapia, recapiti e regole di fine terapia, limiti della riservatezza, ecc.
E’ anche importante che il terapeuta contattato sia iscritto regolarmente all’Albo della regione in cui esercita. Sfortunatamente ci sono diverse persone che non hanno alcun titolo come psicoterapeuta e ciononostante praticano illegalmente e immoralmente questo mestiere.
Il Tuo terapeuta dovrebbe mostrarTi il suo numero di registrazione all’Albo.
Un’alternativa per contenere i costi della terapia è lavorare con uno psicoterapeuta tirocinante.
Si tratta di studenti, laureati in psicologia o in medicina (ndt), che pur non essendo ancora autorizzato ad esercitare come psicoterapeuta, può assumere dei casi clinici sotto la visione di uno psicoterapeuta regolarmente registrato.
Se decidi di entrare in analisi da un tirocinante, è importante che questi stia seguendo un regolare addestramento, e Tu dovresti essere informato di chi sia il suo Supervisore.
E’importante che i professionisti della Salute Mentale, siano essi psichiatri o psicologi o mediatori familiari o psicoterapeuti clinici o sociali, o esperti di dipendenze, conoscano i problemi che un ex Testimone porta in terapia. E’ perciò perfettamente legittimo chiedere al proprio terapeuta se hanno conoscenza della Torre di Guardia o di religioni totalitarie o di culti che usano tecniche di controllo mentale.
Ci sono diversi libri che i terapeuti possono trovare utili per conoscere questo tipo di realtà, alcuni dei quali sono ‘I Testimoni di Geova e la Salute Mentale‘ di Jerry Bergman (1992), ‘Combating cult mind control’(1988) di Steven Hassan, ‘Witnesses of Jehovah. A shocking expose of what Jehovah’s Witnesses really believe‘(1988) di Chretien, L. & Chretien, M.
Una sottoscrizione al ‘Freemin diary’(bimestrale) sarebbe ugualmente utile per informare un terapeuta sugli effetti della Società Torre di Guardia (ottenibile attraverso il sito http://www.freemind.org).
Probabilmente il fattore più importante per verificare se una relazione terapeutica è riuscita è il senso di conforto e di fiducia che Tu provi nel lavorare con un terapeuta. Non tutti i terapeuti e i clienti riescono a lavorare bene insieme.
Chiaramente se non Ti piace il primo incontro con il terapeuta, prima di andare avanti e stipulare con lui il contratto, rifletti sui motivi del fallimento di questo inizio. Chiediti: ‘Mi sono sentito a mio agio? Mi sono sentito rispettato, accolto, ascoltato, ecc.? E’ questo il luogo adatto per me per esplorare i miei problemi??
Un senso di fiducia, rispetto, genuinità e solo semplice ‘buona chimica’, sono essenziali per lavorare in terapia, ed è importante prestare attenzione sin dal primo contatto, alle prime emozioni provate nell’interazione col terapeuta.
Per finire, altra cosa importante è che il Tuo terapeuta sia davvero intenzionato ad aiutarTi a crescere e imparare, a diventare migliore e più felice possibile.

Bibliografia consigliata
Bergman, J. (1992). Jehovah’s Witnesses and the problem of mental illness. Clayton, CA:
Witness Inc.
Chretien, L., & Chretien, M. (1988). Witnesses of Jehovah. A shocking expose of what
Jehovah’s Witnesses really believe. Eugene, OR: Harvest House.
Engler, J., & Goleman, D. (1992). The consumer’s guide to psychotherapy. New York: Simon
& Schuster
Hassan, S. (1988). Combating cult mind control. Rochester, VT: Park Street Press.
Watters, R. (Ed.) (bi-monthly). The Free Minds Journal. Manhattan Beach, CA. (310)
545-7831.

[1] Con l’autorizzazione di Randall Watters, autore del sito http://www.freemind.org

European Yoga Porn ‘Cult’ Establishes a U.S. Beachhead: Where Is the Outrage?

It calls itself the “Movement for Spiritual Integration in Absolute” — or MISA — and is reputedly the largest “yoga” movement in Europe, claiming some 40,000 members in more than a dozen countries. But it’s actually a dangerous personality cult whose “supreme spiritual leader,” Gregorian Bivolaru, has been accused of coercing or seducing hundreds of vulnerable women into producing hard-core porn videos, abandoning their spouses, and in some cases, becoming strippers and prostitutes — all in the name of “liberating” the female body and bringing MISA members into intimate communion with the “Divine Goddess.”

On its face, the group might sound like an obvious fraud, even a criminal one. But it has escaped prosecution to date, in part because Bivolaru, who first founded MISA in his native Romania in 1990, was persecuted under communist rule. For years many of his countrymen, including influential members of the Romanian elite, as well as human rights groups like Amnesty International, have treated Bivolaru as a “victim” worth defending. Thousands of Romanians have marched and protested on MISA’s behalf, and after the communist regime fell, and the new authorities still decided to arrest him — this time, on sex crime charges — Bivolaru somehow escaped from prison and wound up in Sweden. There, after what most independent observers consider a sham investigation, the Swedish government granted him political asylum.

The full extent of MISA’s alleged criminal activities may never be known. However, based on testimony from group defectors — first presented on the website, exmisa.org — MISA’s development parallels that of other, more notorious yoga cults. One obvious forerunner is the movement surrounding the Indian mystic Bhagwan Rajneesh (aka “Osho”) that flourished in the late 1980s, just as MISA was getting started. Bivolaru, like Rajneesh, has claimed a special channel to the Divine Source that endows him with God-like powers, including the ability to channel spiritual energy and telepathic insights to his followers via mass gatherings and virtual “hook ups” that appear intended to induce MISA followers to surrender their will and identity — and in some cases, their life savings — to their beloved “guru.”

But Bivolaru is no mere Osho copycat. While his forerunner often created an environment of sexual licentiousness, Bivolaru is unique, perhaps, in placing a self-styled “Tantric” eroticism at the center of his group’s theology, suggesting that all human, especially female, sexual inhibitions must be removed to allow the Divine spirit to flourish.

Defectors who have shared their testimonies, which form the basis of the criminal case that is still pending in Romania, say that MISA typically recruits young women, often still in their teens, with the promise of a better spiritual life. The initial pitch suggests that the women will learn “esoteric yoga” and begin to live in a larger “movement” setting that will nurture them in ways that their families alone cannot. Once separated from their loved ones, however, members become more susceptible to peer pressure from older MISA members and are slowly drawn into a series of deepening and more compromising personal commitments, frequently backed up by written contracts that the members are led to believe have the force of law. Sometimes the pressure — and the threats — are far more overt, but despite their growing doubts and discontent, many feel too vulnerable to “escape,” defectors say.

In the early days of MISA, according to charges filed with Romanian prosecutors, Bivolaru and his chief lieutenants were known to engage in sex with underage girls, some in their early teens. (In fact, Bivolaru himself took one of those teenage girls as a lover and ersatz spouse, and she still accompanies him). However, as the group expanded to Scandanavia and the UK, and became better known — and more notorious — it appears to have grown more cautious about respecting traditional age limits. Still, MISA’s goal and modus operandi apparently continues to be the recruitment and active sexualization of its female members, both for the personal pleasure of Bivolaru and his inner circle, and even more important, as a means of generating additional large-scale financing for the group, defectors say.

For example, one prominent MISA activity — which the group describes euphemistically as “karma yoga,” or service — involves young female MISA members being sent to Japan and other countries to work as pole dancers and strippers. The women are usually housed in confined, overcrowded quarters and their movements strictly controlled, defectors say. MISA leaders are said to generally confiscate their passports, leaving them without any practical means of escape. Under the terms of their contracts, all of the funds garnered from these activities must be surrendered to MISA. The women dance, and receive tips, but according to a 2004 Romanian indictment, are also expected to perform sexual favors for clients that request them. According to public testimonies, some women have performed as strippers again and again, often returning to Japan for repeat stays lasting months, or even years.

Another, even more prominent and public MISA activity, consists of the two annual spring and summer retreats held on the Romanian coast, on the edge of the Black Sea. These activities are open to regular MISA members, but are also one way the group recruits new members. Newcomers to the gatherings must provide photos of themselves in bikinis as well as proof that they are free of sexual diseases before being allowed to attend. According to testimonies, MISA leaders use these “applications” to size up potential sexual conquests, and also to make decisions about who to approach to get more involved in MISA’s less publicly known activities, including a nude “Miss Shakti” beauty contest that in past years has featured live sex on stage, as well as the shooting of hard-core porn videos, for sale in selected European markets, often without the knowledge of the participants, and in most cases, without compensation.

One of MISA’s better-known porn videos, “Water Ecstasy,” showcases Bivolaru’s rather bizarre view that women — and their male lovers — can achieve heightened states of spiritual consciousness through what amounts to pornographic “watersports” or what MISA calls “urinary orgasm.” The videos typically feature voluptuous and heavily made-up naked women dressed up in the likeness of the Hindu goddess Shakti, surrounded by one or more men, playfully engaged in various form of sexual foreplay. In some of the videos, a male lover gently induces the “goddess” to urinate into his mouth. In others, pairs of lovers engage in ritualistic sex overseen by a spiritual guardian — Bivolaru himself, it seems — who prophesies about the Divine “purpose” and meaning of their acts.

Thanks to past exposés, including the work of high profile defectors like Cecilia Tiz, as well as a 2009 Finnish documentary, The Dark Side of a Tantric Cult, activities like these have increased the pressure on Romanian authorities to move more aggressively against Bivolaru and his top lieutenants, many of whom are women. However, MISA, with support from high-level friends in Europe, has shown remarkable staying power. In 2008, the European Yoga Alliance and the International Yoga Federation expelled MISA, calling it an illicit “business front.” MISA’s response? It set up a separate and competing European yoga federation comprised of its member organizations in countries like Denmark and the UK, and began sponsoring its own international conferences to refurbish its image. And earlier this year, Bivolaru managed to get part of its original indictment by Romanian authorities dropped, even as MISA members, including a group of well-known European porn stars, led by Mihai Stoian, a top Bivolaru aide, were being expelled from South India for illicitly filming graphic sex videos.

In fact, even as public criticism has grown elsewhere, long-time MISA members have managed to set up shop in several cities in the United States in the hopes of taking advantage of America’s sprawling and unregulated yoga industry. Just as Osho did in Oregon in the 1980s, with disastrous results, MISA’s operatives have deliberately chosen small- and mid-sized cities (Glendale, Arizona and Des Moines, Iowa) and regional metropolises (Las Vegas, Nevada and Atlanta, Georgia) away from crowded yoga industry centers like Los Angeles and New York, presumably where they can slowly, and without much scrutiny, recreate the kind of cultish “Tantric” communities they first fashioned in Romania, and in a host of other European countries where MISA operates under a variety of names (for example, NATHA in Denmark, and TARA in the UK, to name just two).

According to my own field investigations, conducted just three months ago, MISA has already begun recruiting American women to participate in the same kinds of shady activities that have led to criminal charges against Bivolaru and his top lieutenants in Romania. And the have done so without the knowledge of U.S. federal authorities and with the tacit blessing of the Virginia-based Yoga Alliance, which has granted several top MISA “teachers” a formal “certification” to teach “yoga.” According to Tiz and her sources, two of the better-known MISA teachers, Ileana Stefanescu and Ofelia Mohr, who founded the U.S.-based MISA groups just three years ago, are both well-known participants in MISA’s summer sex extravaganzas in Romania. And yet they appear to come and go as they please, and to operate on U.S. soil without scrutiny — and indeed, like MISA elsewhere, with relative impunity.

Are any of MISA’s “yogis” actually guilty of a crime? That remains to be proven legally, of course. But MISA’s existence — and the tolerance and even favor it continues to enjoy — is suggestive of how, in today’s yoga world, the boundary line between authentic spiritual and sexual exploration, on the one hand, and pornographic sexual exhibitionism and crass sexual exploitation has broken down. MISA continues to engage in unsavory and illicit sexual activities, some of which clearly resemble global sex trafficking. But with Bivolaru safely ensconced in Sweden, and Romanian authorities clearly divided, it’s unclear who if anyone is authorized to stop or constrain it from spreading.

And what of the United States? Right now, there’s no discernible yoga constituency, or set of constituencies, that might serve as a front of advocacy on these issues. American yogis, including the women who overwhelmingly dominate its teacher corps, have steadfastly resisted attempts by public authorities to intervene in yoga teacher training or to impose guidelines on how yoga might be regulated or taxed. The unregulated anarchy of the yoga movement may be guaranteeing it freedom from excessive state control. But as the MISA case demonstrates, it may also be providing the kind of loose “cover” that weakens public accountability and oversight of the yoga industry and that could end up allowing hundreds and perhaps thousands of vulnerable women to be placed at greater risk for abuse and exploitation. Surely there’s more to yoga sisterhood than this.

Next Week: Cecilia Tiz and Her Campaign to Expose MISA

Fonte: http://www.huffingtonpost.com/stewart-j-lawrence/european-yoga-porn-cult-e_b_2011380.html

Il sostegno alle famiglie delle vittime di culti distruttivi

 

Originariamente pubblicato in Carer & Counsellor, Sping Edition 1998.

 

Ogni vittima di una setta, di solito presuppone la presenza altre due vittime. Si tratta della famiglia angosciata e degli amici dell’adepto della setta, che sono rimasti in uno stato di shock e confusione a guardare impotenti e al di fuori quanto stava accadendo al proprio caro.

Questi ultimi sanno meglio di tanti altri che qualcosa  seriamente non va.

 

Jane non è più la stessa. E’ cambiata, ed è cambiata in peggio. Invece di essere calorosa, amichevole, affettuosa e di buon umore è diventata fredda, alienata, distante e in difesa. Sono finiti i tempi delle battute casuali, del vedere ed esprimere simpatia. Jane è ora arrabbiata, taciturna e paranoica. E ‘convinta che suo fratello Tim sia un agente del diavolo, semplicemente perché ha espresso preoccupazione per la sua nuova associazione con un gruppo.

I membri di una famiglia spesso restano inermi per la disperazione di fronte a questo incubo, pensando che probabilmente non c’è nulla che possano fare. Ma, qualcosa da fare c’è!

In primo luogo la famiglia ha bisogno di essere messa a conoscenza di quello che è successo a Jane da un punto di vista psicologico. Ha bisogno di familiarizzare con le tecniche di controllo mentale usate da culti in generale (vedi tabella 1, p. 28, Counselor e accompagnatori, vol. 7, n. 3). E’ quindi importante che capisca le specifiche tecniche utilizzate dal gruppo che nella cui morsa è finita Jane.

Quanto più la famiglia riconosce i metodi psicologici usati dal gruppo, quelli per reclutare e indottrinare i membri, più sarà in grado di annullare alcuni dei danni provocati dal culto, nelle settimane, nei mesi o anni a venire.

Allo stesso modo è vitale che venga conosciuta in breve tempo la filosofia del nuovo culto cui ha aderito Jane. Non è solo fondamentale per capire su che basi il  gruppo fonda la sua visione del mondo, ma anche per conoscere la sua storia e il significato del suo gergo.

Definizioni proprie del culto per i  termini come Dio, la salvezza, la realtà ultima, una maggiore consapevolezza, la pace, l’illuminazione, il  bene e il  male, l’amore e la verità devono essere messi a disposizione e comprese dalla famiglia. Attraverso la comprensione del linguaggio del culto la famiglia e gli amici saranno in grado di avere conversazioni più significative con Jane.

Naturalmente, prima di interagire con Jane, la famiglia ha bisogno di imparare ciò che può e ciò che non può fare per mantenere le linee di comunicazione aperte, per spianare la strada per un dialogo più produttivo. Questo è riportato nella tabella 1.

Le varie sollecitazioni che la famiglia che cerca di far fronte alla situazione di Jane deve affrontare sono varie, e il counselor deve essere consapevole che ci saranno solitamente sensi di colpa condivisi dai diversi membri della famiglia e degli amici da gestire. … “Se solo avessi controllato questo gruppo prima, quando Jane mi ha raccontato che sarebbe andata a quella riunione introduttiva” …” Se solo avessi fatto shopping con Jane, la giornata in cui è stata reclutata nel centro commerciale” … “Se solo l’avessi messa in guardia più spesso sui culti distruttivi” …

La vita è, naturalmente, piena di ‘se solo …’. Tuttavia, è colpa del culto se  Jane è stata reclutata. La sua affiliazione non è stata progettata o provocata da chiunque altro.

Alcuni genitori dei membri del culto potrebbero chiedersi: “Dove abbiamo sbagliato tanto da indurre Jane  a voler entrare in una setta?” Jane non ha aderito. E’ stata attivamente reclutata. Jane non aveva alcuna idea circa la vera natura del gruppo o dei suoi metodi prima di andare a quel primo incontro. Alcuni fratelli possono anche provare a incolpare se stessi. Il fratello di Jane, Tim potrebbe chiedersi se fosse  stato reclutato lui stesso o se lui e Jane non avessero discusso il Martedì prima di incontrare il culto, forse l’adesione non sarebbe avvenuta.

Tabella 1: Consigli su cosa fare e cosa non fare per famiglie e amici dei membri di un  Culto

 

 

Cosa fare

1) Cercate di avere un contatto regolare via mail o telefono, anche se c’è scarsa risposta.
2) Esprimete l’amore sincero per il membro del culto in ogni occasione che vi sarà data

3) Tenete un diario di commenti, degli atteggiamenti e degli eventi associati con la sua vita nel culto.
4) Accettate benvolentieri i membri della setta al loro ritorno in casa, non importa ciò che viene detto.
5) Conservate una copia di tutta la corrispondenza scritta col parente nella setta.
6) Registrate tutti i nomi, indirizzi e numeri di telefono di persone legate al culto.

7) Cercate di non reagire se il membro della setta fa commenti poco gentili

8 ) Leggete tutti i libri consigliati relativi alle sette e al controllo mentale, così come interessatevi di      altre informazioni sul culto in questione.
9) Cercate aiuto e informazioni provenienti da organizzazioni specializzate che lavorano in questo ambito. Essi di prenderanno cura di voi e della vostra situazione individuale.

Le cose da non fare

1) Non abbiate fretta di adottare una probabile soluzione prima di aver ricercato con attenzione informazioni sul culto.
2) Non pronunciare mai questa frase: “Sei in una setta, ti hanno fatto il lavaggio del cervello“.
3) Non dare soldi al membro della setta.
4) Non sentirti in colpa. Questo non è un problema causato dalle famiglie.
6) Non agire in modo arrabbiato o ostile verso il membro della setta.
7) Non sentirti solo. Succede a migliaia di famiglie ogni anno.
8 ) Non sottovalutare il controllo che la setta ha su più di un membro.
9) Non  metterti in contrapposizione con il membro della setta, ridicolizzando le sue convinzioni.
10) Non giudicate né entrate in conflitto col membro della setta

11) Non inimicarsi nessuno dei leader della setta o altri membri.
12) Non essere persuasi da ‘specialisti’ di un culto a pagare grosse somme di denaro senza verificare la sua / sue qualifiche.
13) Non rinunciate alla speranza di successo nell’aiutare il tuo familiare a lasciare il gruppo, non importa quanto tempo si è già impegnato per questo.
14)  Non trascurare voi  stessi o altri membri della famiglia.

E forse importante notare che molti padri di membri di una setta sembrano avere grandi difficoltà a comprendere ed accettare il concetto di coercizione psicologica. Spesso avrebbero preferito vedere il coinvolgimento al culto semplicemente come una moda o una fase dello sviluppo evolutivo del proprio figlio. Se e quando comprendono finalmente l’enormità del problema, hanno comunque maggiori difficoltà ad affrontarlo rispetto alle madri. Alcuni padri esplodono per la frustrazione contravvenendo alle regole della tabella 1. Altri padri cercano di apparire disponibili,  ma interiorizzano i loro problemi e ‘implodono’ attraverso attacchi di cuore e malattie.

Un padre una volta disse: “E’ stato come essere su un aereo senza pilota“. Per lui, per una volta, tutto sembrava essere totalmente fuori dal suo controllo.
Molte famiglie che vivono con una persona amata in una setta, equiparano questa esperienza a quella del lutto. Una famiglia una volta disse: “E’ stato come vivere con un morto vivente. Per certi versi era più difficile da affrontare rispetto alla morte. Noi lo sappiamo. Abbiamo avuto una figlia che è morta e un figlio che era in una setta. Il dolore che ce la trascinò via sino al momento in cui riuscì a fuggire fortunatamente dal gruppo era enorme.” Di conseguenza, i consulenti possono trovare utile la loro abilità di counselling per le problematiche del  lutto come aiuto ad una tipica famiglia nella situazione della famiglia di Jane.
Molti genitori nell’affrontare il dolore e lo stress inevitabili in questo percorso, scoprono che i loro matrimoni vengono presto messi a rischio. La consulenza ai partner può aiutare a evitare che questa difficoltà aumenti sino alla perdita di controllo.

Anche l’aspetto economico diventa un problema. Jane può contattare la famiglia e gli amici per telefono e offrire informazioni. Se lei è in una sede estera del gruppo,  le telefonate presto diventeranno un peso economico. Da aggiungere alla spesa ci possono essere le visite a Jane in quel paese straniero. Quindi questo è un altro fattore che il consulente deve prendere in considerazione.

Poi ci sono i figli di Jane e il marito da prendere in considerazione. Si potrebbe chiedere se li ama ancora. Sembra così coinvolta dalle riunioni della setta ora tanto che la sua vita sembra ruotare intorno a quelle riunioni e non più al coniuge ed ai figli. Anche loro potrebbero chiedersi se siano da biasimare e soffrono di simili sentimenti di colpa e di confusione vissuta dai genitori di Jane. Inoltre, suo marito è stato messo probabilmente sotto pressione da Jane per poter andare alle riunioni del culto. E’ probabile che sentano  che il loro matrimonio si stia disintegrando sotto i loro occhi.

I sentimenti e le domande sopra tendono a creare ulteriori tensioni e  un malsano bisogno di essere aiutati dal counselor attraverso la discussione. Ci sono molte risorse disponibili per assistere il counselor e la famiglia di fronte ad un problema di setta. Ci sono molte organizzazioni tutto il mondo che praticano una sorta di monitoraggio delle sette, che possono mettere in contatto la famiglia e gli ex membri con gruppi di sostegno, possono offrire pubblicazioni sul tema e altre informazioni pertinenti.

Le tensioni familiari spesso aumentano a causa di una mancanza comprensione da parte della polizia, educatori, politici, medici di medicina generale,  professionisti della salute mentale e del clero. Questo a volte può essere ulteriormente aggravato da false ipotesi fatte dalla famiglia, o dalla disinformazione sulla setta in questione o dagli apologeti dei culti. La disinformazione può portare la famiglia a prendere una strada sbagliata per agire. Può accadere che la famiglia decida di non intraprendere alcuna azione. Decide invece, di attendere che sia Jane a lasciare il gruppo. Quando ciò non accade, si sente ancora più colpevole e frustrata per aver sprecato così tanto tempo.

Oltre ad aiutare una famiglia a far fronte alle diverse sollecitazioni che ora deve affrontare, è importante incoraggiarli a essere propositivi, ove possibile. Con questo in mente, è fondamentale che la maggior parte dell’energia della famiglia debba essere rivolta verso i  passi positivi possibili che possano aiutare Jane a lasciare il gruppo. E’ vitale per la famiglia di Jane e per i suoi amici lavorare insieme, come una squadra per compensare l’impatto del culto di Jane. Hanno tutti bisogno di lavorare per lo stesso obiettivo, altrimenti la strategia diventerà frammentaria  e un buon lavoro di una persona potrebbe essere accidentalmente annullato dall’azione, seppur con buone intenzioni, di un altro.

Mentre non c’è mai alcuna garanzia che la famiglia possa avere successo nell’aiutare Jane a lasciare il gruppo, le probabilità che questo accada sono a loro favore. Tuttavia i problemi non finiscono qui. E’ probabile che si verifichino almeno per un anno, in media, dei sintomi di astinenza per Jane. E’ importante che il  counselor aiuti la famiglia ad avere familiarità con questi sintomi di astinenza (vedi p.29, Counselor e accompagnatori, vol. 7, n. 3), in modo da non risultare ulteriormente confusa e in modo da aiutare Jane nel suo percorso di guarigione.

La riabilitazione di Jane potrebbe essere accelerata da un soggiorno in un centro di riabilitazione specializzato. Diversi centri sono sorti negli ultimi 15 anni per soddisfare la sempre più crescente domanda di tali servizi. Uno dei più antichi e probabilmente di maggior successo è ‘Sorgente’ negli Stati Uniti. C’è un bisogno vitale di un tale centro nel Regno Unito. In tale istituto Jane avrebbe potuto ricevere aiuto, per una settimana o due, da operatori esperti. L’avrebbero aiutata non solo a rivalutare la sua esperienza nel culto, ma anche a recuperare  completamente le sue risorse per tornare ad essere un membro attivo della società.

Così come ci sono ‘Cose da fare e cose da non fare’ per le famiglie con una persona amata in una setta,  ci sono più in generale suggerimento su ‘Cosa fare e cosa non fare’ per le famiglie con una persona cara che ha appena lasciato un culto distruttivo, come riportato nella tabella 2.

Tabella 2: Cosa fare e cosa non fare per le famiglie di ex membri che stanno recuperando
Le Cose da fare

 

  • Esprimete l’amore in modo chiaro
  • Fare le cose insieme come una famiglia.
  • Dimostrate che nessuna colpa è collegata all’ex-membro.
  • Incoraggiare una semplice decisione, per esempio chiedendo all’ex-membro di scegliere un pasto, un video, ecc.
  • Accettare che la guarigione completa richiede di solito un sacco di tempo, amore e comprensione.
  • Parlare del culto solo quando l’ex-membro vuole farlo
  • Filtrate le telefonate e la posta da parte della setta solo con l’approvazione dell’ex membro.
  • Accompagnate l’ex-membro della setta inizialmente, quando esce.

Le Cose da non fare

1) Non fate pressione sull’ex-membro affinché ricominci a lavorare o studiare immediatamente.
2) Non abbiate paura di discutere i propri sentimenti.

3) Non siate soffocanti e protettivi

4) Non incolpare l’ex-membro per essere stato coinvolto nel culto.
5) Non dare per scontato  che  la setta non possa riprendere indietro l’ex membro.

La famiglia di Jane ha bisogno di sapere che va bene per Jane parlare con loro delle sue esperienze e delle sensazioni che aveva quando era nel gruppo.

Lei potrebbe anche voler parlare della gente per bene che ha incontrato, pur essendo stati anche loro membri della setta. Dopo tutto sono state vittime allo stesso modo. I familiari sono spesso timorosi di parlare con affetto con affetto di alcune delle persone rimaste all’interno della setta, perché erroneamente ritengono che l’amore di Jane per i membri della setta possa significare che lei stia pensando di ritornare nel gruppo.

A volte le famiglie sono terrorizzate per qualsiasi discussione sulla setta, perché temono di dire la cosa sbagliata, o perché pensano che sarebbe negativo per Jane se lo facessero. E’ più vero, di solito, il contrario.

Un problema comune, di cui dev’essere a conoscenza un counselor, è che alcuni membri della famiglia possono fare eccessive pressioni su Jane nel tentativo di incoraggiarla a ‘andare avanti con la sua vita‘. Possono cercare di costringerla a pensare e a prendere decisioni troppo in fretta, prima che lei sia pronta a farlo. Il marito di Jane o altri membri del contesto sociale di Jane potrebbero iniziare a prendere decisioni al suo posto, e questo non aiuta. Jane ha bisogno di incoraggiamento e di trovare il suo ritmo regolare oltre che di tornare alla normalità. Il tasso di recupero varia da un ex-membro ad un altro.

Alcune famiglie che condividono una fede molto forte possono tentare di forzare l’adesione dell’ex membro verso quello che credono, inondandolo di informazioni dottrinali in merito. Il materiale può andare bene da un punto di vista dottrinale, ma fare questo può essere molto dannosa dal punto di vista psicologico. Anche in questo caso è meglio rispondere alle domande dell’ex membro, piuttosto che cercare di spingerlo in una direzione o nell’altra.

Durante il periodo di riabilitazione di Jane la sua famiglia ha bisogno di essere consapevole delle esigenze tipiche di un ex-membro di una setta (vedi tabella 4, p. 32, accompagnatori e Counselor, vol. 7, n. 3), in modo che possa lavorare con il counselor per migliorare il progresso di Jane affinchè lei possa star meglio.

Con il giusto tipo di cura e attenzione, ci sono tutte le ragioni per aspettarsi che Jane e la sua famiglia possano recuperare. Nel corso dei miei 18 anni di lavoro a tempo pieno come specialista nel settarismo su entrambe le sponde dell’Atlantico, ho avuto il piacere di vedere centinaia di famiglie riunite. Alcune delle famiglie che hanno avuto successo spesso finiscono ancora per riavvicinarsi più di quanto lo fossero prima. Inoltre, molti come Jane non solo hanno recuperato, ma hanno iniziato una nuova vita, piena di tante gratificazioni. Tuttavia, sarà un’esperienza che nessuno di loro potrà mai dimenticare.
Ian Haworth
Segretario Generale del Centro di Informazione Culti
Articolo in lingua originale: http://www.cultinformation.org.uk/article_caring-for-the-family.html

Traduzione della Dr.ssa Lorita Tinelli