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Occulto Italia

 

 

 

Autore: Gianni Del Vecchio, Stefano Pitrelli
Titolo: Occulto Italia
Editore: RIZZOLI
Collana: BUR FUTUROPASSATO
Pagine: 512
Prezzo: 12,50 euro
Anno prima edizione: 2011
ISBN: 17048279

di Lorita Tinelli

Il termine setta viene fatto risalire al latino sequor (nel significato di seguire) o secare (nel significato di separare). Tale termine, che di fatto ha una connotazione neutra, nel corso degli anni ha assunto una valenza negativa, essendo  stato associato a eventi negativi caratterizzati da gesti estremi da parte di membri appartenenti a gruppi settari, quali suicidi di massa, omicidi e/o suicidi in nome di una ideologia e a difesa di un leader carismatico, fino ad altri reati più comuni (quali truffa, abuso della professione, violenze, ….).

I giornalisti Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli, che hanno analizzato alcuni gruppi settari presenti nella nostra nazione, hanno evidenziato nel  loro libro-inchiesta quanto sia errato pensare ad una setta come ad piccola comunità residenziale di persone mentalmente deboli e disperate. O almeno non è solo così.  In questa rete «restano impigliati avvocati, medici, giornalisti, imprenditori, manager, personalità del mondo della cultura, politici – anche i più avveduti – e perfino psicologi e militari.

“La struttura verticistica e autoritaria di una setta è il sogno confessato di ogni leader di partito’ – affermano i due giornalisti.  Ed è proprio una fitta rete ‘occulta’ col mondo politico ed istituzionale a garantire la  sopravvivenza di alcune di queste strutture nella nostra Italia.  Le sette analizzate vengono descritte nel libro come gruppi sofisticati e altamente efficienti, tanto da essere capaci di inserirsi con i loro tentacoli in varie istituzioni e se non fondano un partito, ne trovano sempre uno in cui infiltrarsi. Destra o sinistra che sia.

Dall’inchiesta emerge che Scientology, per esempio, è stata autorizzata dal Ministero dell’Istruzione, con decreto del 26 Giugno 1998 (Prot. N. 4942 dell’8 luglio 1998) per  formare i docenti della scuola italiana con l’obiettivo di “prevenire il disagio scolastico e promuovere il successo educativ,o fornendo agli insegnanti strumenti e tecniche utili a migliorare la qualità della comunicazione didattica, per favorire una corretta ed autonoma gestione dello studio da parte dello studente”. Titolo del corso è “Dallo sviluppo della comunicazione all’apprendimento della tecnologia di comunicazione e studio Hubbard”. Gli strumenti didattici , secondo progetto, si sarebbero basati sulle opere di L. Ron Hubbard, fondatore della Chiesa di Scientology.

L’Ontopsicologia, definita dallo stesso suo fondatore, Antonio Meneghetti, “l’ultima nata tra le scienze umanistiche contemporanee”, è  stata sconfessata dall’Ordine degli Psicologi con una ordinanza del settembre 2000 che sosteneva che la letteratura teorico-pratica prodotta in seno al movimento ontopsicologico non può considerarsi in alcun modo espressione di un pensiero psicologico o psicoterapeutico, almeno nel senso che correntemente si assume per tali denominazioni nella nostra comunità professionale. Malgrado questo non solo sono presenti diversi psicologi tra gli elenchi dei vari Ordini, formati nella scuola meneghettiana, ma essa viene insegnata presso La Sapienza di Roma  in un corso sul Cinema dal titolo ‘La Cinelogia, sistema e inconscio. Antonio Meneghetti’ e in un corso di Alta Formazione presso la Facoltà di Sociologia in Creatività e impresa , che tratta di materie quali: Ontopsicologia, Cinelogia, Comunicazione e leadership, etc etc.

Damanhur è un altro esempio di come si sia infiltrata nelle amministrazioni comunali dei paesi limitrofi alla residenza della comunità, mediante costanti migrazioni di adepti , che di volta in volta costituiscono un numero fondamentale di elettorato. Damanhur ha allungato i propri tentacoli anche in Parlamento, coinvolgendo nei suoi progetti membri di partiti politici, ma anche illustri magistrati.

I gruppi analizzati dai due giornalisti si rifanno a principi di carattere spirituale ma soprattutto psicologico. Propongono autoterapie che promettono una maggiore autoconsapevolezza e maggiori relazioni interpersonali alla loro utenza.  «A volte si considerano religioni, altre filosofie, pseudo scienze o movimenti culturali – osserva Stefano Pitrelli – ma in comune hanno una capacità: quella di addormentare il tuo spirito critico». Di fatto, malgrado tutte le promesse alcuni dei membri ne fuoriescono riportando  dei seri danni dal punto di vista psicologico, relazionale ed economico. L’inchiesta giornalistica ha  infatti dimostrato che queste tecniche da mercato  e le varie strategie di reclutamento, messe in atto dai vari leaders, hanno avuto effetti distruttivi sulle persone che sono state intervistate .

Dopo il processo Braibanti del 1964 – scrive Lucia Annunziata nella prefazione del libro: si è stabilita nell’opinione pubblica italiana una totale sovrapposizione fra libertà di pensiero e rifiuto del concetto di plagio. È giusto che sia così? O non serve invece, di fronte a nuovi pericoli, riaprire una discussione (e un abbozzo c’è in Parlamento) sulla necessità di un assetto legislativo per questo reato?

L’opinione pubblica italiana si chiede fino a che punto possa essere consentito a qualcuno di esercitare il suo pervasivo potere sulle altre persone. Allo stato attuale il vuoto legislativo esistente impedisce alla magistratura di intervenire con giusti strumenti di tutela. Dal 1981 il parlamento italiano non ha fatto nulla per colmare questo vuoto legislativo. E’ per questo che i giornalisti si interrogano sulla posizione degli altri Stati europei circa questa problematica, intervistando anche l’ex deputata socialista Catherine Picard, promotrice nel 2001 di una legge bipartisan sul reato di plagio in Francia. “Aver legiferato su questo tema  – afferma la Picard – è stato salutare perché un gran numero di persone abusate dalle sette si sono sentite finalmente autorizzate a testimoniare, e hanno avuto ragione di pensare che lo Stato permetterà loro di ottenere giustizia per tutto ciò che hanno subìto. Quando uno stato di diritto arricchisce il proprio arsenale legislativo, preventivo e repressivo, la vittima si sente sostenuta, e prende coscienza del fatto di non essere sola”.

Il libro molto  ben documentato, contiene anche storie di vita esplicative di come certi movimenti agiscono e di quali danni siano in grado di riportare a livello personale e sociale più allargato.

Un ulteriore tassello di riflessione circa un argomento tanto delicato quanto complesso da affrontare.

 

Fonte: Osservatorio Psicologia nei Media

Tecniche di controllo mentale (recensione)

di Matteo Rampin
Aurelia Edizioni, 2004
pp.426, €20
Quando si parla di controllo mentale è facile che il pensiero vada alle “magiche” rapine che ancora oggi ritroviamo nelle pagine di cronaca; è possibile lavare il cervello di una persona? È possibile controllare la mente altrui? Siamo davvero così suscettibili all’ipnosi? Matteo Rampin, psichiatra e psicoterapeuta con una nutrita esperienza in psicologia dell’inganno e illusionismo, in questo libro risponde a queste e ad altre domande definendo il significato di “controllo mentale”. Affronta l’argomento a partire dall’effetto che le forme d’arte hanno sulle nostre percezioni fino a giungere alla politica e alle campagne pubblicitarie d’oggigiorno. Quella del controllo mentale è un’arte che condivide con la magia la necessità di occultare le sue intenzioni: il controllo è tanto più efficace quanto più l’intenzione resta velata. È questo, assieme alle intenzioni, a distinguere l’illusione dalla truffa. Il libro declina in profondità le differenti tecniche in tutte le loro possibili sfaccettature, tanto da risultare un libro completo e sistematico nella sua trattazione. È stupefacente, attraverso i numerosi aneddoti, scoprire e capire come avviene un interrogatorio di terzo grado, come conquistare la fiducia degli altri attraverso la parola o essere ingannati. L’intento del libro è quello di fornire un’arma il più possibile completa per difendersi da chi, in maniera più o meno volontaria, cerca di indurre il gonzo di turno a fare qualcosa che fino ad allora non aveva lontanamente considerato; esemplari a questo proposito sono le tecniche utilizzate nel marketing o, addirittura, nei borseggi. Un aneddoto esemplificativo di quello che il libro riserva è il seguente: “In una città del Veneto, un distinto signore entra in una gioielleria, e sceglie alcuni gioielli molto costosi. Con il permesso del padrone del negozio, li ripone in un astuccio chiuso da una cerniera, perché, spiega, ripasserà in un secondo momento a comperarli, ma li vorrebbe fermare. Il cliente consegna quindi l’astuccio chiuso al proprietario del negozio, pregandolo di chiuderlo in cassaforte, cosa che viene prontamente eseguita. Il cliente se ne va. Come dimostra la registrazione fatta dalla telecamera, ora studiata nelle scuole di polizia, l’astuccio consegnato nelle mani del gioielliere non è però quello con i preziosi, ma un altro, abilmente sostituito dal ladro-prestigiatore. In questo caso sarebbe bastato al derubato verificare il contenuto dell’astuccio, ma questa operazione è stata inibita dall’urgenza istintiva di mettere “al sicuro” le gemme, dopo averle viste toccare e manipolare dal cliente. Nella mente del gioielliere, inoltre, i preziosi erano già stati “venduti”: un motivo in più per proteggerli con un supplemento di cautela. Cautela che si è rivelata poi catastrofica”. Questo esempio raccoglie gran parte dei meccanismi che possono condurre una persona a essere raggirata a sua insaputa e a causa di gran parte dei condizionamenti della nostra cultura. Il controllo mentale, secondo Rampin, è una realtà oggi sempre più pervasiva e per certi versi inquietante ed è solo con una buona conoscenza del proprio nemico che si possono sfoderare le armi più adatte a fronteggiarlo. Resta solo la volontà di farlo e Rampin ne dà la possibilità affrontando, con un approccio giustamente critico, le varie discipline che nel corso di questi anni si sono affermate o hanno ingiustamente conquistato il mercato della comunicazione.

 

di Fabio Tartarini

Tecniche di controllo mentale

di Matteo Rampin
Aurelia Edizioni, 2004
pp.426, €20

Quando si parla di controllo mentale è facile che il pensiero vada alle “magiche” rapine che ancora oggi ritroviamo nelle pagine di cronaca; è possibile lavare il cervello di una persona? È possibile controllare la mente altrui? Siamo davvero così suscettibili all’ipnosi? Matteo Rampin, psichiatra e psicoterapeuta con una nutrita esperienza in psicologia dell’inganno e illusionismo, in questo libro risponde a queste e ad altre domande definendo il significato di “controllo mentale”. Affronta l’argomento a partire dall’effetto che le forme d’arte hanno sulle nostre percezioni fino a giungere alla politica e alle campagne pubblicitarie d’oggigiorno. Quella del controllo mentale è un’arte che condivide con la magia la necessità di occultare le sue intenzioni: il controllo è tanto più efficace quanto più l’intenzione resta velata. È questo, assieme alle intenzioni, a distinguere l’illusione dalla truffa. Il libro declina in profondità le differenti tecniche in tutte le loro possibili sfaccettature, tanto da risultare un libro completo e sistematico nella sua trattazione. È stupefacente, attraverso i numerosi aneddoti, scoprire e capire come avviene un interrogatorio di terzo grado, come conquistare la fiducia degli altri attraverso la parola o essere ingannati. L’intento del libro è quello di fornire un’arma il più possibile completa per difendersi da chi, in maniera più o meno volontaria, cerca di indurre il gonzo di turno a fare qualcosa che fino ad allora non aveva lontanamente considerato; esemplari a questo proposito sono le tecniche utilizzate nel marketing o, addirittura, nei borseggi. Un aneddoto esemplificativo di quello che il libro riserva è il seguente: “In una città del Veneto, un distinto signore entra in una gioielleria, e sceglie alcuni gioielli molto costosi. Con il permesso del padrone del negozio, li ripone in un astuccio chiuso da una cerniera, perché, spiega, ripasserà in un secondo momento a comperarli, ma li vorrebbe fermare. Il cliente consegna quindi l’astuccio chiuso al proprietario del negozio, pregandolo di chiuderlo in cassaforte, cosa che viene prontamente eseguita. Il cliente se ne va. Come dimostra la registrazione fatta dalla telecamera, ora studiata nelle scuole di polizia, l’astuccio consegnato nelle mani del gioielliere non è però quello con i preziosi, ma un altro, abilmente sostituito dal ladro-prestigiatore. In questo caso sarebbe bastato al derubato verificare il contenuto dell’astuccio, ma questa operazione è stata inibita dall’urgenza istintiva di mettere “al sicuro” le gemme, dopo averle viste toccare e manipolare dal cliente. Nella mente del gioielliere, inoltre, i preziosi erano già stati “venduti”: un motivo in più per proteggerli con un supplemento di cautela. Cautela che si è rivelata poi catastrofica”. Questo esempio raccoglie gran parte dei meccanismi che possono condurre una persona a essere raggirata a sua insaputa e a causa di gran parte dei condizionamenti della nostra cultura. Il controllo mentale, secondo Rampin, è una realtà oggi sempre più pervasiva e per certi versi inquietante ed è solo con una buona conoscenza del proprio nemico che si possono sfoderare le armi più adatte a fronteggiarlo. Resta solo la volontà di farlo e Rampin ne dà la possibilità affrontando, con un approccio giustamente critico, le varie discipline che nel corso di questi anni si sono affermate o hanno ingiustamente conquistato il mercato della comunicazione.

di Fabio Tartarini

Fonte: cicap.org