Archivio mensile:febbraio 2013

La setta cristiana che forzava una donna a mangiare genitali animali

Molte le donne costrette anche a partecipare a delle orge. Si indaga per verificare l’eventuale coinvolgimento di minorenni.

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SESSO, MAGIA E TRUFFE: SCOPERTA A MATERA LA “SETTA DEGLI ORRORI”. SETTE ARRESTI

Mercoledì 13 Febbraio 2013 – 14:34

MATERA – «Lui resta, si deve abituare a queste cose». Si parla di un bambino di cinque anni, figlio del mago di una vera e propria «setta», costretto ad assistere a una violenza sessuale: È solo un frammento «del mosaico degli orrori» scoperto dalla Polizia, a Matera, che ha coinvolto sei «discepoli» e decine di vittime, che hanno subito per anni estorsioni, minacce e ricatti, versando al gruppo decine di migliaia di euro per magie, riti «voodoo», pozioni e richieste di guarigioni.

GLI ARRESTI: IL MAGO ‘SAL’ Sette le persone finite agli arresti: cinque in carcere, due ai domiciliari. L’operazione «Agates» – illustrata stamani, a Potenza, nel corso di un incontro con i giornalisti, dal procuratore della Repubblica di Potenza, Laura Triassi, e dal dirigente della squadra mobile di Matera, Nicola Fucarino – prende il nome dallo «spirito» a cui si rivolge il mago «Sal», di 66 anni, tarantino di origine ma a Matera da anni, a capo della setta (cinque delle persone coinvolte sono in carcere, altre due agli arresti domiciliari). Ma lui non è il classico mago «imbonitore» e teatralmente televisivo, o con annunci sui giornali. Ha un altro lavoro, e negli anni ha costituito nell’ombra la «setta esoterica» coinvolgendo anche, in alcuni casi, quelle che erano le sue prime vittime, e che poi si sono trasformate in discepoli e sacerdotesse di «Agates». Sono loro a cercare, poi, altre vittime, sei quelle certe dal 2007, ma decine secondo gli investigatori: questo avveniva per diretta conoscenza, o con veri e propri «stazionamenti» davanti alle Caritas o alle associazioni di sostegno. Si tratta, infatti, di persone con problemi fisici o psichici (depressione o alcolismo, in particolare), con delusioni d’amore o con richieste di guarigione.

IL METODO DELLA SETTA Pretendevano prima i soldi (fino a 20 mila euro e gioielli per «salvare» un bambino gravemente malato), e poi il sesso, strappato con la violenza – a volte la vittima era incosciente per l’abuso di alcol e «offerta ad altre persone» – e la minaccia di diffondere foto e video ai familiari. Ciò ha impedito le denunce dirette: le indagini sono cominciate da «voci» su messe nere nei pressi del cimitero di Matera, dove gli investigatori hanno ritrovato rosari e immagini sacre bruciate, per poi scoprire pratiche «voodoo», con le classiche bambole e riti di sesso. Con la presenza, a volte, anche del figlio di «Sal», a cui una delle donne aveva chiesto di allontanarsi. Dal mosaico descritto dagli inquirenti emerge quindi un «inferno degli orrori», con pozioni composte da liquidi organici, e poi vendute a caro prezzo, e stupri a cui erano costrette le vittime, o perchè volevano uscire dal tunnel delle minacce, o perchè non potevano più pagare il mago. In alcuni casi le donne, ridotte quindi in una vera schiavitù, venivano anche «usate» per pagare i conti della setta, e «offerte» a gestori di ristoranti o a fornitori in auto o nelle campagne del Materano.

Foto: Leggo.it

Plagio: da Braibanti al caso Arkeon, il buco nero della legge

Aldo Braibanti, intellettuale di sinistra e militante antifascista degli anni ’60, diventa popolare per essere stata la prima persona in Italia a essere condannata per plagio, reato prescritto dal codice penale di derivazione fascista. Secondo l’articolo 603, infatti, chi sottopone un individuo “al proprio potere in modo da ridurla in totale stato di soggezione” è punito con la reclusione dai 5 ai 15 anni.
Colpa del Braibanti è quella di aver iniziato una storia sentimentale con due diciannovenni, Piercarlo Toscani e Giovanni Sanfratello. La relazione omosessuale beneficia di una tacita approvazione –per quanto in quei tempi è ancora considerata un tabù– finché Giovanni nel 1964 lascia la famiglia per convivere con Aldo. Ippolito Sanfratello, padre del ragazzo, poco dopo porta il figlio in manicomio e denuncia lo scrittore emiliano nato nel 1922. Ha così inizio il processo. A suo favore si mobilita l’ala intellettuale di sinistra rappresentata da Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Umberto Eco, Alberto Moravia, Marco Pannella.
Giovanni –che in seguito subirà una serie di elettroshock– depone a favore di Aldo, mentre l’altro ragazzo, Piercarlo, dichiara il tentativo di Braibanti di “introdursi nella sua mente”. Il processo si chiude. Aldo Braibanti viene condannato a 9 anni di reclusione, condanna che viene ridotta a 6 in appello, di cui 2 condonati per la precedente attività partigiana e altri 2 per la condizionale. Nel 1969 da Rebibbia Aldo Braibanti torna ad essere un uomo libero.
Nel 2006 il Governo Prodi, su proposta
di alcuni parlamentari dell’Unione, concede a Braibanti un vitalizio per le sue gravi condizioni fisiche in base alla legge Bacchelli, norma che ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità. Si chiude così, almeno agli occhi della giustizia, una delle pagine più controverse della storia.
È nel 1981 che il reato di plagio diventa incostituzionale. Alla fine degli anni ‘70 il prete Aldo Grasso viene accusato di aver plagiato dei minorenni. I giudici costituzionali, memori del caso Braibanti, dopo un dettagliato esame dell’articolo 603 parlano di impossibilità di attribuire alla norma un contenuto oggettivo e dunque l’assoluta arbitrarietà della sua applicazione. Il reato pensato per la tutela dei più deboli viene dunque cancellato per la sua intrinseca pericolosità verso la libertà personale di ognuno.

Fra individui psichicamente normali, l’esternazione da parte di un essere umano di idee e di convinzioni su altri esseri umani può provocare l’accettazione delle idee e delle convinzioni così esternate e dar luogo ad uno stato di soggezione psichica nel senso che questa accettazione costituisce un trasferimento su altri del prodotto di un’attività psichica dell’agente e pertanto una limitazione del determinismo del soggetto.
Questa limitazione, come è stato scientificamente individuato ed accertato, può dar luogo a tipiche situazioni di dipendenza psichica che possono anche raggiungere, per periodi più o meno lunghi, gradi elevati come nel caso del rapporto amoroso, del rapporto fra il sacerdote e il credente, fra il maestro e l’allievo, fra il medico e il paziente ed anche dar luogo a rapporti di influenza reciproca.
Ma è estremamente difficile se non impossibile individuare sul piano pratico e distinguere a fini di conseguenze giuridiche –con riguardo ad ipotesi come quella in esame– l’attività psichica di persuasione da quella anch’essa psichica di suggestione. Non vi sono criteri sicuri per separare e qualificare l’una e l’altra attività e per accertare l’esatto confine fra esse
.” (Corte Costituzionale, sentenza 96/1981)

Nel 1988 Rosa Russo Jervolino, Ministro degli Interni, punta a reintrodurre il plagio in chiave psicologica almeno riguardo i minori punendo chi tramite espedienti ponga il minore in stato di soggezione tanto da confinare le libertà personali e impedire la capacità di sottrarsi alle imposizioni altrui. Al no del Parlamento la falla legislativa si trasforma in un buco nero.
È del 2005 l’ultimo tentativo italiano di colmare l’assenza. Dalla Commissione Giustizia del Senato arriva l’approvazione di un ddl proposto dalla maggioranza che supera i limiti del vecchio articolo 603. Il testo parla di “soggezione continuativa tale da escludere o da limitare grandemente la libertà di autodeterminazione”. Si accende la speranza di migliaia di persone e famiglie che si sono imbattute in queste situazioni. Al Senato l’opposizione di centrosinistra disapprova il disegno, parlando di restaurazione “di un potere di ingerenza dello Stato nei rapporti di comunicazione, di fiducia, di affetto, di devozione (…)”(1).
Addirittura Giampaolo Zancan dei Verdi evoca il diritto e la libertà personale di rivolgersi a presunti guaritori per curare malattie terminali. Dove finisce la mia capacità di aderire a un’idea e inizia il potere che l’altro ha su di me? Come tracciare un confine che sia per tutti lo stesso? All’interno della maggioranza i favorevoli non sono più così compatti e il sostegno si sbriciola. Il progetto di legge viene prima congelato dunque cassato. Il buco nero si è trasformato in voragine.
Mentre altri stati europei come Francia, Belgio e Germania
, con il prolificare delle sette religiose hanno nei decenni provveduto a sanare questo problema con delle leggi ad hoc, in Italia il caso Arkeon ha palesato la nostra situazione in merito.

 

Il metodo Arkeon inventato dal maestro Vito Carlo Moccia promotore dell’associazione Sacred Path ha promesso la felicità almeno a 10.000 persone. Frequentando i seminari l’adepto poteva lavorare sul proprio potere personale accrescendolo, ottenendo dunque successo in tutti gli ambiti della vita. Gli incontri andavano da quelli di base, più economici fino ad arrivare ai master per diventare “maestro”. Un range dai 260 ai 12.000 euro.
Secondo la teoria di base al suo sistema il 98% di ognuno di noi sarebbe stato abusato da un parente prima dei 5 anni d’età. Da quel trauma avrebbero origine tutti gli squilibri emotivi e psicologici di ciascuno. Un ex maestro Arkeon raccontando degli esercizi di iperventilazione praticati ai partecipanti parla della possibilità di raggiungere stati di regressione, facendo affiorare antichi ricordi ed emozioni. Spiega che quando c’è iperossigenazione è possibile la comparsa di nausea, salivazione, vertigine, sintomi già documentati dalla psicologa americana Margaret Singer 20 anni fa che aveva dimostrato come l’iperventilazione conducesse all’alterazione dell’equilibrio chimico del sangue.
Moccia giustificava tutto con l’abuso; ogni cosa uscita da una persona (vomito, saliva) era sintomo dell’abuso. La persuasione fisiologica era dunque fatta: agire sul corpo per “guidare” la mente. Agli incontri era perfino promessa la guarigione da AIDS, cancro, omosessualità
Sacred Path
godeva inoltre del sostegno e della “pubblicità” da parte del frate Raniero Cantalamessa, conduttore su Raiuno di A Sua Immagine, programma in cui spiegava il Vangelo della domenica. Il predicatore lodava il sistema Arkeon, sottolineandone l’impegno sociale. Padre Raniero, a inchiesta avviata, manda in onda all’interno del suo programma un’intervista in cui si loda Arkeon che fa scalpore. Più tardi si dichiarerà estraneo alla conoscenza degli abusi e chiuderà i suoi rapporti con Moccia.
Nel 2006 la procura barese avvia le indagini. Tre anni dopo il giudice per l’udienza preliminare Marco Guida rinvia a giudizio Moccia e dieci suoi collaboratori contestandogli i reati di truffa, associazione a delinquere, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata e maltrattamenti su minori. Non si parla dunque di manipolazione mentale.
A settembre 2012 Moccia e altri 7 maestri sono condannati per i reati di associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica, il promotore e capo Moccia dovrà scontare due anni e otto mesi di reclusione. La pena più pesante va al maestro Antonio Morello, condannato a 4 anni e mezzo per violenza sessuale. I giudici hanno riconosciuto inoltre il danno recato all’ordine degli psicologi, che hanno chiesto un risarcimento di un milione di euro.

 

Una sentenza che non accontenta nessuno. I capi Arkeon si sono visti chiudere i corsi ed etichettare il marchio di associazione a delinquere. Le vittime invece speravano nel riconoscimento anche di altre imputazioni. Mentre la giustizia fa il suo corso, fino all’ultimo grado di giudizio, il tempo lavora a favore della prescrizione.
Il groviglio processuale mostra chiaramente questa vacatio legis e la necessità di una legge giusta sul plagio e sul controllo delle menti. E non c’è legge giusta senza una definizione giusta e oggettiva.

 

Laura Fedel


[1] Resoconto stenografico della seduta numero 828 del 28 giugno 2005, Senato della Repubblica, da Gianni Del Vecchio, Stefano Pitrella, Occulto Italia, 2011, Bur,  p. 458.

Aldo Braibanti, intellettuale di sinistra e militante antifascista degli anni ’60, diventa popolare per essere stata la prima persona in Italia a essere condannata per plagio, reato prescritto dal codice penale di derivazione fascista. Secondo l’articolo 603, infatti, chi sottopone un individuo “al proprio potere in modo da ridurla in totale stato di soggezione” è punito con la reclusione dai 5 ai 15 anni.
Colpa del Braibanti è quella di aver iniziato una storia sentimentale con due diciannovenni, Piercarlo Toscani e Giovanni Sanfratello. La relazione omosessuale beneficia di una tacita approvazione –per quanto in quei tempi è ancora considerata un tabù– finché Giovanni nel 1964 lascia la famiglia per convivere con Aldo. Ippolito Sanfratello, padre del ragazzo, poco dopo porta il figlio in manicomio e denuncia lo scrittore emiliano nato nel 1922. Ha così inizio il processo. A suo favore si mobilita l’ala intellettuale di sinistra rappresentata da Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Umberto Eco, Alberto Moravia, Marco Pannella.
Giovanni –che in seguito subirà una serie di elettroshock– depone a favore di Aldo, mentre l’altro ragazzo, Piercarlo, dichiara il tentativo di Braibanti di “introdursi nella sua mente”. Il processo si chiude. Aldo Braibanti viene condannato a 9 anni di reclusione, condanna che viene ridotta a 6 in appello, di cui 2 condonati per la precedente attività partigiana e altri 2 per la condizionale. Nel 1969 da Rebibbia Aldo Braibanti torna ad essere un uomo libero.
Nel 2006 il Governo Prodi, su proposta
di alcuni parlamentari dell’Unione, concede a Braibanti un vitalizio per le sue gravi condizioni fisiche in base alla legge Bacchelli, norma che ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità. Si chiude così, almeno agli occhi della giustizia, una delle pagine più controverse della storia.
È nel 1981 che il reato di plagio diventa incostituzionale. Alla fine degli anni ‘70 il prete Aldo Grasso viene accusato di aver plagiato dei minorenni. I giudici costituzionali, memori del caso Braibanti, dopo un dettagliato esame dell’articolo 603 parlano di impossibilità di attribuire alla norma un contenuto oggettivo e dunque l’assoluta arbitrarietà della sua applicazione. Il reato pensato per la tutela dei più deboli viene dunque cancellato per la sua intrinseca pericolosità verso la libertà personale di ognuno.

 

 

Fra individui psichicamente normali, l’esternazione da parte di un essere umano di idee e di convinzioni su altri esseri umani può provocare l’accettazione delle idee e delle convinzioni così esternate e dar luogo ad uno stato di soggezione psichica nel senso che questa accettazione costituisce un trasferimento su altri del prodotto di un’attività psichica dell’agente e pertanto una limitazione del determinismo del soggetto.
Questa limitazione, come è stato scientificamente individuato ed accertato, può dar luogo a tipiche situazioni di dipendenza psichica che possono anche raggiungere, per periodi più o meno lunghi, gradi elevati come nel caso del rapporto amoroso, del rapporto fra il sacerdote e il credente, fra il maestro e l’allievo, fra il medico e il paziente ed anche dar luogo a rapporti di influenza reciproca.
Ma è estremamente difficile se non impossibile individuare sul piano pratico e distinguere a fini di conseguenze giuridiche –con riguardo ad ipotesi come quella in esame– l’attività psichica di persuasione da quella anch’essa psichica di suggestione. Non vi sono criteri sicuri per separare e qualificare l’una e l’altra attività e per accertare l’esatto confine fra esse
.” (Corte Costituzionale, sentenza 96/1981)

 

Nel 1988 Rosa Russo Jervolino, Ministro degli Interni, punta a reintrodurre il plagio in chiave psicologica almeno riguardo i minori punendo chi tramite espedienti ponga il minore in stato di soggezione tanto da confinare le libertà personali e impedire la capacità di sottrarsi alle imposizioni altrui. Al no del Parlamento la falla legislativa si trasforma in un buco nero.
È del 2005 l’ultimo tentativo italiano di colmare l’assenza. Dalla Commissione Giustizia del Senato arriva l’approvazione di un ddl proposto dalla maggioranza che supera i limiti del vecchio articolo 603. Il testo parla di “soggezione continuativa tale da escludere o da limitare grandemente la libertà di autodeterminazione”. Si accende la speranza di migliaia di persone e famiglie che si sono imbattute in queste situazioni. Al Senato l’opposizione di centrosinistra disapprova il disegno, parlando di restaurazione “di un potere di ingerenza dello Stato nei rapporti di comunicazione, di fiducia, di affetto, di devozione (…)”(1).
Addirittura Giampaolo Zancan dei Verdi evoca il diritto e la libertà personale di rivolgersi a presunti guaritori per curare malattie terminali. Dove finisce la mia capacità di aderire a un’idea e inizia il potere che l’altro ha su di me? Come tracciare un confine che sia per tutti lo stesso? All’interno della maggioranza i favorevoli non sono più così compatti e il sostegno si sbriciola. Il progetto di legge viene prima congelato dunque cassato. Il buco nero si è trasformato in voragine.
Mentre altri stati europei come Francia, Belgio e Germania
, con il prolificare delle sette religiose hanno nei decenni provveduto a sanare questo problema con delle leggi ad hoc, in Italia il caso Arkeon ha palesato la nostra situazione in merito.

 

Il metodo Arkeon inventato dal maestro Vito Carlo Moccia promotore dell’associazione Sacred Path ha promesso la felicità almeno a 10.000 persone. Frequentando i seminari l’adepto poteva lavorare sul proprio potere personale accrescendolo, ottenendo dunque successo in tutti gli ambiti della vita. Gli incontri andavano da quelli di base, più economici fino ad arrivare ai master per diventare “maestro”. Un range dai 260 ai 12.000 euro.
Secondo la teoria di base al suo sistema il 98% di ognuno di noi sarebbe stato abusato da un parente prima dei 5 anni d’età. Da quel trauma avrebbero origine tutti gli squilibri emotivi e psicologici di ciascuno. Un ex maestro Arkeon raccontando degli esercizi di iperventilazione praticati ai partecipanti parla della possibilità di raggiungere stati di regressione, facendo affiorare antichi ricordi ed emozioni. Spiega che quando c’è iperossigenazione è possibile la comparsa di nausea, salivazione, vertigine, sintomi già documentati dalla psicologa americana Margaret Singer 20 anni fa che aveva dimostrato come l’iperventilazione conducesse all’alterazione dell’equilibrio chimico del sangue.
Moccia giustificava tutto con l’abuso; ogni cosa uscita da una persona (vomito, saliva) era sintomo dell’abuso. La persuasione fisiologica era dunque fatta: agire sul corpo per “guidare” la mente. Agli incontri era perfino promessa la guarigione da AIDS, cancro, omosessualità
Sacred Path
godeva inoltre del sostegno e della “pubblicità” da parte del frate Raniero Cantalamessa, conduttore su Raiuno di A Sua Immagine, programma in cui spiegava il Vangelo della domenica. Il predicatore lodava il sistema Arkeon, sottolineandone l’impegno sociale. Padre Raniero, a inchiesta avviata, manda in onda all’interno del suo programma un’intervista in cui si loda Arkeon che fa scalpore. Più tardi si dichiarerà estraneo alla conoscenza degli abusi e chiuderà i suoi rapporti con Moccia.
Nel 2006 la procura barese avvia le indagini. Tre anni dopo il giudice per l’udienza preliminare Marco Guida rinvia a giudizio Moccia e dieci suoi collaboratori contestandogli i reati di truffa, associazione a delinquere, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata e maltrattamenti su minori. Non si parla dunque di manipolazione mentale.
A settembre 2012 Moccia e altri 7 maestri sono condannati per i reati di associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica, il promotore e capo Moccia dovrà scontare due anni e otto mesi di reclusione. La pena più pesante va al maestro Antonio Morello, condannato a 4 anni e mezzo per violenza sessuale. I giudici hanno riconosciuto inoltre il danno recato all’ordine degli psicologi, che hanno chiesto un risarcimento di un milione di euro.

 

Una sentenza che non accontenta nessuno. I capi Arkeon si sono visti chiudere i corsi ed etichettare il marchio di associazione a delinquere. Le vittime invece speravano nel riconoscimento anche di altre imputazioni. Mentre la giustizia fa il suo corso, fino all’ultimo grado di giudizio, il tempo lavora a favore della prescrizione.
Il groviglio processuale mostra chiaramente questa vacatio legis e la necessità di una legge giusta sul plagio e sul controllo delle menti. E non c’è legge giusta senza una definizione giusta e oggettiva.

 

Laura Fedel


[1] Resoconto stenografico della seduta numero 828 del 28 giugno 2005, Senato della Repubblica, da Gianni Del Vecchio, Stefano Pitrella, Occulto Italia, 2011, Bur,  p. 458.

Lo scandalo Forteto

http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/servizi/370762/violenze-e-soprusi-in-comunita—i%5E-parte.html

http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/servizi/370769/violenze-e-soprusi-in-comunita—ii-parte.html